mercoledì 10 giugno 2015

La rivincita dello slow-food

L'Italia è il paese più citato quando si parla di cibo. Chef di tutto il mondo si cimentano nella riproduzione di tipici piatti italiani che, una volta assaggiati, è difficile dimenticare. Questo gli italiani lo sanno bene, e in un periodo storico in cui la moda dei fast-food impone un modello di vita basato sulla velocità e la scarsa qualità del cibo, essi continuano a dare alla cucina particolare importanza.

Ed è proprio per questo motivo che l'Italia, e più in particolare Milano, quest'anno apre le porte a tutto il mondo in occasione del grande evento Expo. Il tema non poteva essere che il cibo, e l'Italia ripropone o forse rivendica quella che è stata un modello nutrizionale rimasto costante nel tempo, la Dieta Mediterranea. Per il cibo è il momento di prendersi una rivincita, di mostrare come non si tratti solo di un semplice alimento, bensì di un insieme di competenze, conoscenze, pratiche e tradizioni. La Dieta Mediterranea si fonda sul rispetto del territorio e sulla conservazione delle attività tradizionali, che offrono un'ottima qualità del prodotto, ma certo con i prezzi non si scherza. L'Italiano medio sa bene che il prezzo di un piatto è direttamente proporzionale alla sua qualità, e quasi si meraviglia se dopo un delizioso pranzo, il prezzo complessivo è relativamente basso.

Questo è uno degli obbiettivi dell'Expo, riuscire a spiegare a chi vive prigioniero dei fast-food e dei cibi precotti che il cibo non è una semplice merce, ma che invece preserva in se un determinato valore che in qualche modo deve essere pagato. Non sembra ci stia riuscendo poi così bene, e numerose sono le lamentele da parte di visitatori da tutto il mondo; è stato il celebre programma televisivo Report a mostrare come spesso si fa attenzione al "quanto costa" ma non al "quanto vale". Le parole di Carlo Petrini sono particolarmente importanti in questo caso: "L'attuale sistema di produzione alimentare è fallimentare, scambiare il prezzo del cibo con il suo valore ci ha distrutto l'anima"; o per lo meno ha distrutto l'anima dell'Italia.

L'occasione Expo è anche un modo per risorgere, ma anche per far risorgere quei piaceri tutti italiani legati al consumo del cibo. Il pasto oggi viene visto se non come un obbligo, come un dovere, e l'idea del pasto come integrazione sociale e momento per stare insieme sta svanendo sempre più. Non si sta a tavola senza leggere la posta, guardare la televisione o navigare su internet, e questo può avere serie conseguenze sulla nostra salute. Un rimedio a questo problema Expo l'ha trovato, e bisogna riconoscergli il merito: per mangiare bisogna sedersi e spenderci del tempo, concentrarsi sui sapori e godersi il pasto.

L'Italia si è messa in gioco, e stavolta davvero, e se ci riuscirà a portare a termine gli obbiettivi prefissati e valorizzare ciò che meglio sappiamo fare, ce lo dirà soltanto il tempo. 




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