lunedì 8 giugno 2015

L'ennesima (e terza) fine di un anno scolastico

Come da usanza mi piace scrivere un pensierino per la fine dell'anno scolastico, ma quest'anno più che una riflessione generale sui giorni passati (belli e brutti) voglio soffermarmi su un giorno preciso, l'ultimo giorno di scuola.

Al di là della bellezza che questo singolare giorno possiede di per sè, in cui fin dal mattino si inizia a sentire il profumo di libertà, di mare, di sole, di amici e di libri, al mio liceo lo si rende ancora più speciale. Perché? Perché da noi ci si premia, si, gli studenti vengono premiati con pregiatissimi attestati su carta di riso, con su il timbro del logo del liceo (che credo non venga cambiato dall'epoca in cui quell'edificio veniva utilizzato dai gesuiti per quanto è rovinato, ma questi sono dettagli), il proprio nome, una bella firma della preside e il merito scritto in caratteri cubitali per il quale ci si è distinti durante il corso dell'anno.

Anch'io assieme ad una mia cara amica vengo premiata ogni anno per il fatto di far parte della redazione del giornale scolastico, e quest'anno ci è stato riconosciuto anche il merito di aver aiutato l'allestimento di uno splendido museo (da poco inaugurato e di cui parlo qui: Museo Kircheriano ) che rende il mio liceo più bello di quanto non sia già.

Comunque, in questo giorno si vedono le cose più stravaganti che credo nessun altro luogo al di fuori del mio liceo permetta di vedere. Iniziamo dall'allestimento della premiazione: il cortile (assieme a tutta la vegetazione di piante di limoni direttamente da Sorrento) viene totalmente sconvolto per preparare il podio. Le povere piante vengono accatastate da una parte e dimenticate dal mondo diventano una sottospecie di discarica naturale, il povero busto dell'archeologo da cui prende nome il mio liceo viene circondato e stordito dalle enormi casse con la musica sparata a tutto volume, al centro del cortile viene elegantemente steso un lungo tappeto rosso e al centro tre meravigliose pedane per gli esercizi di step: il podio. Vengono posti (o meglio buttati per terra) circa una cinquantina di microfoni, di cui se ne funzionano cinque è già un miracolo, dei quale l'utilità è sempre rimasta ignota a noi pellegrini del liceo; viene poi posto un altro microfono (uno vero, uno figo) su di un'asta dove andrà a parlare la professoressa di ginnastica che ogni anno si cala nelle parti di Maria de Filippi più euforica che nemmeno quando presenta la finale di Amici. Il resto del cortile viene ricoperto di sedie, esattamente un centinaio, il che risulta essere un problema viste le 724 persone presenti nel mio liceo, il che vuol dire ammassamento di gente stile hippie che sotto un sole cocente inizia a usare qualsiasi cosa per sventolarsi: fogli, foglietti, libri, quaderni, vocabolari di greco (massì); e per il resto, i bidelli vengono posti a vigilanza per evitare che qualcuno tenti di fuggire a tempo prematuro.

Si può dare inizio alla cerimonia: la Maria de Filippi della situazione in elegante tuta si pone accanto al podio ed inizia a parlare, che poi cosa dica lo sa solo lei, chissà quanto tempo ancora impiegheranno prima di capire che un paio di casse in un liceo costituito per il 40% da arcate e da volte non basta per decifrare parole urlate in un microfono, ma vabbè ci piace anche così. Centinaia di studenti, studentini e studentoni si mettono in fila per ricevere i loro attestati e percorrere l'immancabile passerella sul red carpet a ritmo di musiche che nemmeno i Pooh ascoltavano (credo). Ricevuti i loro attestati rimangono un po' sul podio, forse per acqusire maggior potere nei confronti di coloro che non avendo ricevuto alcun attestato saranno dimenticati da tutti, o forse storditi dal sole e alla ricerca della via d'uscita. 

E poi vabbè, si va avanti così fino alle 12.00, quando gli studenti prendono possesso della campanella e suonandola alla rinfusa urlano parole confuse come "libertà!" "debiti!" "vacanze!", e poi tutti a casa!

Questo post ha dell'ironia, ma in fondo chi lo vorrebbe un liceo serio, senza una Maria de Filippi (oggi c'era anche il Mario de Filippi ad un certo punto, aveva rubato la scena a Maria per qualche minuto, durato poco tranquilli), senza un maltrattamento di poveri e innocenti esseri vegetali, senza uno step-podio, senza un red carpet e senza hippie anni 60.

Buone vacanze estive a tutti, a quelli belli e a quelli brutti. Smack.



Nessun commento:

Posta un commento