sabato 16 agosto 2014

Diario di una vacanza 2


Ogni mese vado in libreria, mi piace l’odore delle pagine appena stampate dei libri, mi piace vedere la sezione dei gialli e perdermi nelle copertine dei vari romanzi cercando invano ogni volta di indovinare la trama prima di leggerla. La maggior parte delle volte non compro nessun libro, vado con i miei amici ed è difficile sceglierne uno quando si ha poco tempo. Ogni mese, dopo aver osservato per bene la sezione dei gialli, mi dirigo verso la cassa ed osservo la parte cartoleria; mi piacciono le copertine dei quaderni, quelle ispirate ai quaderni dei nostri nonni, fatti con carta riciclata e col riquadro bianco in alto al centro per scriverci il nome e la materia. Mi piacciono soprattutto i diari, quelli con la copertina in pelle, con le pagine spesse e con grandi righe nere su cui scrivere. A volte ne compro uno, amo scrivere e immagino i mille racconti con cui mi piacerebbe riempirlo, così controllo il prezzo e quanti soldi ho con me e decido di comprarlo, lo porto a casa e lo poggio sulla scrivania in attesa di una bella frase con cui iniziare, frase che purtroppo non arriva mai. A volte inizio a scriverci ma dopo un paio di minuti la mia mano comincia a far male e decido di smettere, ormai non riesco più a scrivere per lungo tempo come una volta. È triste a pensarci, la tecnologia ci ha invasi a tal punto da non riuscire per più di mezz’ora a tenere la penna in mano. Ammiro i grandi quaderni sulla scrivania d’ufficio di mia mamma, sono pieni zeppi di appunti, tutti rigorosamente scritti in modo ordinato e con una bella grafia; io non ci riuscirei mai, i miei quaderni sono sempre un disastro, è anche per questo che ogni volta che inizio un diario, dopo aver osservato la mia orrenda grafia, decido di strappare la pagina e di ricopiarla in un modo decente. Insomma, non riesco mai a finire un diario, per il semplice fatto che tutto ciò che vorrei scrivere richiederebbe molto più tempo di quanto io riesca a tenere la penna in mano. È per questo che scrivo al computer, è un modo triste di farlo lo so, ma in questo modo posso rimanere a scrivere per ore e ore senza mai stancarmi le mani.

Tutto questo serviva come premessa al fatto che il mio diario sarà composto da queste pagine sul blog, ognuna diversa e senza un collegamento con quelle scritte precedentemente, ognuna con una storia, un umore, un colore ed un'emozione diversi.

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