domenica 17 agosto 2014

Diario di una vacanza 3

Ogni anno, quando sta per finire l’estate, penso all’inverno. Non penso a quello scorso, immagino piuttosto come mi piacerebbe che fosse quello nuovo che sta per arrivare.

Penso al modo in cui pettinerò i capelli, i cappotti che indosserò, quanto peserà la cartella di scuola piena di libri di latino, greco e filosofia. Penso ai miei maglioni preferiti, quelli bordeaux o color panna, quelli con la trama intrecciata, quelli di lana che dovrebbero riscaldarti ma che di riscaldarti non ne hanno la minima voglia. Penso che dovrò andare di nuovo a farmi misurare la vista, porto gli occhiali da un anno ormai, colpa dei vocabolari, perché mi sembra di vedere meno; penso perciò che magari dovrò portarli più spesso e di conseguenza penso anche al modo migliore di sistemarmi i capelli in modo tale farci stare bene anche gli occhiali. Penso al freddo che farà, mi piace il freddo, molto più del caldo. Penso al marmo ghiacciato delle colonne e dei muri della mia scuola, penso che mi piacerebbe che quest’anno i termosifoni funzionassero, penso alle sciarpe, ai cappelli, ai guanti che non mi piace indossare, penso alle facce infreddolite ed assonnate delle persone in metro la mattina e quelle altrettanto stanche dei pendolari sull’autobus. Penso a Matteo, che continuerà ogni mattina a svegliarsi alle cinque per studiare il bilancio dello Stato, penso che mi piacerebbe incontrarlo per caso una mattina, magari mentre passo davanti alla Galleria Alberto Sordi, anche solo per salutarlo, per dargli il buongiorno e per iniziare al meglio la giornata. Penso al mio professore di greco, non che questo pensiero mi piaccia molto, ma ogni tanto debbo pur pensarci, penso ai nuovi professori che arriveranno, penso ai temi che scriverò e a cosa penseranno i miei professori leggendoli, penso ai libri che ci daranno da leggere durante l’anno, sperando siano più belli di quelli che ci hanno dato da leggere durante le vacanze estive. Penso ai miei amici, ai miei compagni di classe e penso a quanto mi mancano, penso alle colazioni con cappuccino e cornetto caldo, penso alla file interminabili davanti alle macchinette, penso a quando prenderò finalmente un bel voto ad una versione di greco, penso alla letteratura, al mio professore un po’ matto di storia dell’arte, penso al mio migliore amico, ai nostri alfabeti inventati, ai pranzi improvvisati, ai pomeriggi passati insieme. Penso ad Halloween ed alle maschere che io e la mia migliore amica potremo farci, alle foto da pubblicare su Instagram, alla nuova grafica per i nostri blog di Tumblr. Penso ai pigiama party, ai film horror, ai cupcake che preparerò con la mia mamma e con i miei amici, al buon brodo della nonna, quello fatto con il manzo e mai con il pollo, alle uscite con papà che cercherà fino all’ultimo di comprarmi l’Iphone 6 nonostante mia mamma sia contraria, ai pasticcini con i succhi di frutta al bar di fronte casa, alle foto che scatterò per il centro della mia meravigliosa città, al Colosseo finalmente bianco e pulito, alla mia possibile nuova macchina fotografica, ai compiti a casa, ai muri bianchi della mia stanza che mi piacerebbe riverniciare, all’estate che già mi manca, ed al piumone caldo che mi tiene stretta per tutta la notte.

Insomma, penso un po’ a tutto l’inverno e a tutte le cose, le persone e le sensazioni meravigliose che esso si porta dietro ogni anno.

1 commento:

  1. Einstein e Parmenide hanno dimostrato che il tempo non esiste. Non crucciarti per la futura scuola ma goditi l'attimo presente perché è uno è non torna più. 《Ad ogni giorno basta la sua pena》 (Gesù).

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