giovedì 22 novembre 2012

Il Rock non ha età


"O sei rock, o sei lento" diceva qualche anno fa Adriano Celentano.

Ma che significa essere rock?

La musica rock è un genere musicale nato negli anni cinquanta-sessanta negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Tra la metà degli anni sessanta ed i primi anni settanta, la musica rock ha sviluppato diversi sottogeneri, si è mescolata con la musica popolare creando il  folk rock, con il blues per poi creare il blues rock ed infine con il jazz per creare la fusion. Negli anni '60 è nato l'heavy metal, l'hard rock, il progressive rock ed il punk rock. Negli ottanta la new wave, l'hardcore punk e l'alternative rock, mentre negli anni novanta il grunge, il Britpop, l'indie rock ed il post rock.

La maggior parte dei gruppi rock seguono uno schema abbastanza fisso. Sono infatti composti generalmente da quattro elementi: un chitarrista elettrico, un cantante, un bassista ed un batterista; molte volte però si può fare a meno di un membro, ad esempio se il cantante di una band è in grado di suonare anche uno strumento, chitarra o basso soprattutto.

Il genere rock di cui voglio però parlare è il Punk Rock. E' nel 1977 che nasce il movimento e la moda punk, i primi gruppi oggi riconosciuti con tale etichetta provengono da New York come  i Ramones, i Sex Pistols ed i The Clash.

Oggi il genere punk rock non è più così diffuso come ai "tempi d'oro", ma ci sono alcune band che continuano a comporre e suonare questa musica. Un esempio sono i Green Day, una band californiana formata da Billie Joe Amrstrong (chitarra e voce), Mike Dirnt (basso) e Trè Cool (batteria).

Ora, da vera appassionata del genere, potrei andare avanti per pagine e pagine raccontandovi come si è formato il gruppo, la loro storia, l'evoluzione della loro musica. In realtà quella che voglio condividere è la mia esperienza all'I-Day Festival di Bologna, che si è svolto (ma possiamo davvero usare questo termine?) il 2 settembre 2012.

Si trattava di un appuntamento molto atteso, perché il gruppo mancava da parecchio tempo nel nostro Paese. Considerate inoltre che il concerto in Italia del tour precedente era stato annullato a causa del maltempo, quindi per molte persone il concerto di Bologna era un sogno durato davvero anni.

Anche io, nel mio piccolo, avevo acquistato i biglietti da dieci mesi, e li tenevo gelosamente custoditi come delle vere reliquie. Il giorno del concerto mi sono messa in viaggio alle cinque del mattino per Bologna, ho girato per le strade della città salutando i miei simili che avevano pacificamente invaso il centro (tutti riconoscibili da segni d'appartenenza: magliette, cappelli, zaini, spille... persino rasature di capelli che lasciavano teste pelate con scritte "greendayane"). Una volta conquistata la stanza d'albergo mi sono diretta verso il luogo dove si sarebbe tenuto il concerto. Erano le due del pomeriggi mancavano "solo" otto ore al via. Otto ore passate a fare piccoli passi, sempre più vicino al palco, con le band di supporter che nessuno ascoltava, il prato che diventava un grande luogo di amicizia, le file interminabili per i bagni, il caldo, le birre, il fumo passivo, l'odore dei panini, il cielo che contrariamente alle previsioni lasciava sperare in una serata asciutta... 

E poi... il concerto, direte voi? Ebbene no. E poi l'annuncio che nessuno avrebbe voluto ascoltare. I Green Day non avrebbero suonato, il concerto era annullato, i biglietti sarebbero stati rimborsati, e l'invito cortese a defluire dal prato raggiungendo le proprie autovetture. Ah, dimenticavo, il motivo? Il cantante dei Green Day si trovava ricoverato nell'ospedale cittadino per un imprecisato problema gastrointestinale. 

La diarrea del viaggiatore? La maledizione di Montezuma? Ma non si prendevano in zone tropicali? Ho capito che il clima sta cambiando, il buco dell'ozono avanza, le piogge monsoniche anche in Italia, l'anno scorso ha pure nevicato, ma non credevo fosse così radicale.

Come diceva un film, ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare. Ragazze in preda a crisi di nervi, fiumi di lacrime, gente imprecante... ed infine, la pioggia.

Ah, per la cronaca, non si trattava di un disturbo gastrointestinale. Billie Joe al suo rientro negli USA è stato ricoverato in una clinica per disintossicarsi da alcool e droghe. Della serie, il rock non cambia mai.



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